"…La discoteca Alcatraz diventa palcoscenico per un innovativo spettacolo teatrale ideato e diretto da Loredana Butti…" Il Sole 24 ore 11.1.2008
Loredana Butti fonda Primostudio nell’89 e a tutt’oggi ne è il Direttore Artistico. Da allora cerca e ricerca dentro e intorno al teatro, sempre muovendosi da libero battitore, più vicino al teatro indipendente che non a quello istituzionale. Ha avuto molti Maestri, ma il suo favorito rimane Jerzy Grotowskie le sue due grandi lezioni:
"Il teatro si fa in due attori e spettatori"
"Il parateatro, ovvero il teatro della partecipazione è una festa umana,
ma quasi sacra"
Seguendo questa direzione, ha prodotto spettacoli, ideato e realizzato progetti, ha insegnato la magia del teatro ad allievi di ogni età; ha fatto ridere e piangere il suo pubblico, offrendo svago e impegno civile, emozioni, riflessione e partecipazione attiva.
Provenendo da una formazione di pubblicità e marketing e lavorando come attrice sui set di film promozionali per le maggiori marche europee, ha sviluppato l’idea che il teatro può divenire un ottimo e innovativo mezzo di comunicazione per le imprese. In questa fase della sua ricerca, parte dell’impegno creativo è concentrato sul progetto 70/30 che unisce il marketing culturale alla pubblicità ed è finalizzato alla distribuzione dello spettacolo dal vivo. Più che un progetto, 70/30 è un’idea da sviluppare in collaborazione con esperti della comunicazione e con gli Assessorati alla Cultura dei vari Comuni.
Dalla pagina alla scena
...Si tratta degli stessi racconti che Dostoevskij, in una lettera personale a Cechov, definiva i suoi capolavori… TuttoMilano 25.1.89
Piuttosto che portare in scena testi teatrali classici o moderni, Loredana Butti preferisce ispirarsi alla narrativa, a scritti biografici, a documenti di cronaca e adattarli al palcoscenico.
Comincia prima a disegnare bozzetti di scena e ritratti dei personaggi e poi avvia un approfondito lavoro sugli attori, sperimentando con loro sulle azioni fisiche, interiori e sensoriali capaci di ricreare le vere esperienze che vivono i personaggi delle storie.
E’ stato così con la sua opera prima “Microcosmo” nata da due racconti umoristici di Anton Cechov e realizzata con Aldo e Giovanni (Giacomo non era ancora in vista). Molte stagioni dopo scrive “Shakespeare in Quiz” un esilarante spettacolo sulla vita e l’opera del Bardo, affidando il ruolo protagonista a Tyler White spogliarellista dei California Dream Man. Prosegue con “Delitti” uno spettacolo sul tema della pena capitale, dove un breve racconto di Ivan Turgenev, finisce all’Alcatraz il tempio del rock milanese, con un vero criminologo al posto dell’attore.
Tuttora è in corso d’opera la nuova drammaturgia “Maison Goldoni” dedicata al testamento artistico di Carlo Goldoni nel quale anticipa l’avvento della moda; l’autore viene colto nella sua età matura alla Corte di Versailles e la Principessa Adelaide di Borbone disegna per lui mirabolanti costumi di scena.
Segno e Disegno
Loredana Butti è figlia d’arte, il padre fotografo voleva insegnarle il mestiere, ma lei alle parole “esposimetro / otturatore / tempi di posa” fuggiva a gambe levate… Però le è rimasta la lezione sull’inquadratura, sulla distribuzione del peso e sul soggetto da amare non solo con la testa, ma con la coda e con i baffi. E così la fotografia è entrata nel processo creativo della messa in scena, trasformandosi dapprima un disegno, poi in bozzetto scenografico e infine in elemento fisico, concreto che prende corpo e vita sul palcoscenico, aiutando l’attore nella creazione delle sue mille finzioni e verità.
Il disegno invece entra per caso nella vita di Loredana Butti, quando lavora come modella per il noto pittore inglese Dennis Crefield (suoi quadri alla Tate Gallery) e in un fortunato work-shop a Vignale Monferrato, lei chiede umilmente al Maestro di poter provare a dipingere assieme ai suoi allievi. Carbone, pennelli, acrilici hanno il potere di liberare il suo talento in modo diretto e immediato, e anche i risultati di questa appassionante disciplina finiscono poi dentro i suoi spettacoli.
A lui, e al suo lavoro sulle cattedrali gotiche commissionatogli dal Governo inglese, dedica il primo numero della rivista L’arte - ricevuta in eredità da un vecchio zio, critico di arte figurativa -